Sei nata di giovedì alle 9.14. Alle 9:14, di giovedì, a marzo e con la neve, con la neve a Foggia amore mio. E se tra un po’ di anni ti capiterà di leggere questo testo, per prima cosa voglio che tu legga che ti abbiamo desiderata e cercata esattamente come abbiamo fatto con tua sorella.

Che non è mai esistito un paragone, io e tuo padre abbiamo chiuso orecchie, testa e cuore ogni volta che qualcuno ha provato a farne.

Sebbene adesso ti aspetteresti che io ti faccia delle scuse , che in effetti se penso bene bene forse ti dovrei fare -ti dovrei per esempio chiedere scusa per tutte le volte in cui all’inizio ho lavato e vestito tua sorella e sono andata via insieme a lei che aveva bisogno delle mie attenzioni lasciandoti con la tata, ma posso dirti a mia discolpa che ogni volta che mi allontanavo da te il mio cuore si faceva in mille pezzi.

Dovrei chiederti scusa per tutte le volte che mentre piangevi anziché cullarti ti ho detto “ shh, silenzio che tua sorella dorme” e tu davvero come se mi avessi compresa ed anche un po’ compatita hai smesso di farlo. Per quando hai cominciato a battere le manine ed io ti ho detto brava senza neanche incitarti a ripeterlo più e più volte perché ero tanto , troppo stanca e volevo solo riposare.

Per tutte le volte in cui ho detto a Beatrice di essere il mio unico amore grande e tu eri lì accanto a me e ascoltavi -Ti chiedo scusa, ma vorrei tu sappia una cosa mia piccola: all’età di vent’anni cominciai a soffrire moltissimo la mia indipendenza.

Chiesi a mia madre di starmi un po’ più dietro, di farmi sentire che anche io ero amata e protetta come i miei fratelli, lei mi rispose che non aveva mai fatto il contrario solo che io riuscivo meglio in autonomia e lo facevo così bene che era un peccato arginarmi.

Ecco, io penso questo di te ogni volta che ti guardo. Ti immagino grande, bella e fiera. Ti immagino forte , indipendente e trascinatrice. E allora sai che farò? Anziché chiederti scusa ti dirò “GRAZIE” perché hai ribaltato ogni regola. perché hai spostato il ritmo. Perché dove c’era un peso tu hai messo un contrappeso, bilanciando il tutto.

Perché nessuno di noi ha dovuto farti spazio, quello spazio era già tuo. 
Perché tutto quello che hai imparato a fare da sola è perché tu hai reputato qualcuno di noi degno di poter essere imitato. 
Perché ogni volta che ti svegli abbracci papà, me e tua sorella. 
Perché la seconda parola che hai imparato dopo mamma è stata Bibbi.

E perché mi hai insegnato che non ci sono limiti di età per i pan di stelle.
Sono le 8. Tra 1 ora e 14 minuti ti avrei finalmente conosciuta. C’era la neve. La neve a Foggia, la neve a Roma. La neve sulla spiaggia, la neve al mare. Quasi a voler essere un presagio della tua esistenza, la natura che si ribella prendendosi tutto ciò che vuole, quando vuole. un controsenso meraviglioso che rende la vita così incredibilmente strepitosa.

Buon compleanno grande amore della mia vita.
Mamma. .

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